Il museo di storia naturale più attivo al mondo!

Una notte al museo..di storia naturale.. cosa succederebbe se tutti gli animali prendessero vita? perfino scheletri di dinosauri e le ambientazioni con centinaia di piccoli umani del passato?!..Tutto sommato non tutti dimenticano i musei e con la giusta idea si arriva addirittura con la continuazione della saga "Una notte al museo 2"..Ora guardate il video poi chiudete gli occhi e immaginate se succedesse lo stesso in quello di Pavia..
Il celacantide riuscirebbe a saltar fuori dal suo acquario? E tutti i volatili dove andrebbero a finire? Continua...

Un paradiso fiorito

Al dì là dei sogni ("What dreams may come") è un film del 1998 di Vincent Ward. Dopo la morte dei due figli, Chris (Robin Williams) perde la vita nel tentativo di soccorrere un’automobilista. Nell’aldilà si ritrova in un paradiso uguale ai quadri della moglie pittrice Annie (Annabella Sciorra). Un posto in cui è la natura la vera protagonista, in cui dominano paesaggi fioriti e incontaminati. Mentre Annie, rimasta sola, si suicida e finisce all‘inferno, dove Chris scenderà per cercare di salvarla e per poterla portare assieme a sè nel suo paradiso.

L'immaginazione è ciò che caratterizza le immagini e i colori dei film. La propria interpretazione del paradiso o dell'inferno si manifesta attorno ai personaggi, quasi come fosse un'estensione della loro anima. Ricordi, pensieri, sentimenti, sensazioni sono visti e sentiti in un modo assolutamente originale, al di là del comprensibile.
Continua...

Fantasie naturali

Fantasia è un film d'animazione disney del 1940.. ancora oggi moderno ed avvincente per le sue idee visive mixate in modo sublime con la musica.. ecco cosa puo' ispirare il grande spettacolo della natura!


Allora? Che ne pensate?. Continua...

Le tisane officinali!

Le serate primaverili, ormai quasi estive sono irrinunciabili.. se poi proviamo a tenerci in forma sorseggiando qualche tisana facciamo bene al corpo e allo spirito!!! Molte tisane sono semplici da preparare e ci si serve di erbe o piante officinali.. alcune di queste sono presenti anche nell'orto botanico!
Ecco qualche ricetta!

tisana rilassante:
- Biancospino
- Lavanda
- Tiglio
- Camomilla
- Melissa
Tisana digestiva:
- Finocchio
- Origano
- Achillea
- Anice
- Camomilla romana
- Alloro

Mescolate tutti gli ingredienti
della tisana digestiva in parti
uguali o a seconda dei vostri gusti.
Mettete in infusione due cucchiaini
della miscela in una tazza di acqua
bollente. Filtrate ed eventualmente
dolcificate con del miele che non altera
le proprietà delle erbe.

Tisana energizzante:
- Menta
- Ribes nero
- Timo
- Salvia
- Finocchio
- Echinacea

Tisana ai fiori:

- 50g di fiori d'arancio amaro
- 10g di fiori di biancospino
- 10g di fiori di camomilla romana
- 10g di fiori di calendula
- 10g di fiori di achillea.

Prendete gli ingredienti e uniteli in parti uguali, immergete due cucchiaini del composto in acqua bollente per qualche minuto e buon relax!!!

Per vedere quale tisana fa per te prova a fare il test!

Continua...

Mostruosità

Mostruosità è una "categoria" data ad alcuni animali presenti nelle teche della sezione di zoologia del Museo di Storia Naturale. La loro particolarità è quella di essere deformi o innaturali, a causa di modificazioni genetiche. Ovviamente nel 700 - 800 nessuno era a conoscenza di geni o DNA e per questo erano visti come oggetti di studio preziosi e, allo stesso tempo, spaventosi.

Quelli esposti sono 4:
- il ciclope
Si tratta in realtà di un bovino, nato con un evidente malformazione al muso. Aveva un unico occhio e una mandibola prominente, con denti irregolari

- i capretti siamesi
Questi capretti avevano il torso in comune e, conseguentemente, tutti gli organi in esso contenuto: cuore, polmoni, stomaco etc... Sono sopravvissuti alla nascita, anche se per poco tempo, e sono stati successivamente studiati con notevole interesse perchè completamente formati.

- il solo-gambe
In realtà si tratta di un agnellino, nato unicamente con le gambe, non si sa nemmeno se anteriori o posteriori.

- il due facce
Anche in questo caso si tratta di animali siamesi, per la precisione due agnellini. Hanno in comune la parte frontale del corpo cioè il collo e la testa. Da notare però che possiede due facce, una per ogni cucciolo, sui lati destro e sinistro della testa.
Continua...

MySpace!


Ora abbiamo anche uno spazio su MySpace! per farci amici, condividere opinioni su realtà simili inerenti sempre alla natura, all'organizzazione dei sistemi museali/ di intrattenimento/ naturale.. per ricevere e dare suggerimenti, non è questa intelligenza condivisa? =)

Visualizzate il nostro profilo e aggiungeteci tra gli amici ;) Continua...

Giovanni Antonio Scopoli

Se preferisci ascolta il post!

Giovanni Antonio Scopoli nacque a Cavalese nel 1723. Fu sicuramente uno dei più versatili naturalisti pre-linneani. A soli 20 anni si laureò in medicina all’università di Innsbruck e successivamente esercitò la professione di medico a Cavalese (Trento).
A Venezia iniziò ad interessarsi di botanica. In quel periodò cominciò a collezionare piante ed insetti rinvenuti nelle Alpi. Per due anni fece da segretario privato al Conte di Seckan. In seguito, divenne medico delle miniere di Idria, un piccolo borgo della Carniola (oggi in Slovenia), rimanendo lì per sedici anni. Nel 1761 pubblicò De Hydroargyro Idriensi Tentamina, che trattava dei sintomi dovuti all'avvelenamento da mercurio causato dal lavoro in miniera. Scopoli trascorse molto tempo a studiare la natura locale, pubblicando nel 1760 la Flora Carniolica e un'importante opera di entomologia. Divenne quindi professore di chimica, mineralogia e metallurgia all'Accademia Mineraria di Schemnitz, dal 1769 al 1776. In questi anni egli produsse le sue opere scientifiche più rinomate di botanica e di mineralogia.

Nel 1777 fu chiamato a ricoprire la cattedra di chimica e botanica all'università di Pavia, incarico che conservò fino all'anno della morte, nonostante il suo coinvolgimento nel fallito tentativo di screditare il collega Lazzaro Spallanzani agli occhi delle autorità universitarie e governative.

A Scopoli fu dedicato il Genere Scopolia della Famiglia delle Solanaceae; la Specie più nota è la Scopolia carniolica Jacq., ricca in alcaloidi ad attività narcotica.
Le sue opere più importanti sono: la già citata Flora Carniolica, e la Entomologia Carniolica, con la descrizione delle specie botaniche e degli insetti studiati durante i suoi viaggi e ordinate secondo i sistema linneano, gli Anni Historico-Naturales, scritti di mineralogia, cristallografia e micologia, opere originali e traduzioni ad uso dei suoi studenti, le Deliciae florae et faune Insubricae, suo ultimo lavoro.

Spallanzani, Scopoli e la beffa della Physis
Il naturalista fu entusiasta quando il medico Giuseppe Capitini di Castelnuovo Scrivia (Alessandria) gli portò un vaso in cui era conservato nello spirito di vino uno strano verme che, secondo quel che gli fu riferito, era stato vomitato da una donna incinta il 25 febbraio 1784. Scopoli, appurato che tale animale non era mai stato descritto, gli attribuì un nome, Physis intestinalis, e lo descrisse nell’opera a cui stava lavorando, Deliciae florae et faunae insubricae, facendola illustrare in una tavola con tanto di dedica al botanico Joseph Banks. L’esemplare fu acquistato dal Museo di storia naturale di Pavia ed esposto come una preziosa rarità. Scopoli non sapeva che, prima che a lui, lo straordinario verme intestinale era stato portato al medico piemontese Michele Vincenzo Malacarne. Questi, con l’ausilio del professor Giovanni Dana, aveva esaminato la presunta novità zoologica e fu “riconosciuto che era una impostura, consistendo esso in una trachea tratta dal corpo di una gallina insieme con l’esofago e il gozzo”. La notizia si diffuse. Secondo una versione, Giovanni Serafino Volta, custode del museo pavese, portò via, nascondendolo sotto il mantello, il vaso con la Physis intestinalis per evitare ulteriori derisioni.
Non molto tempo prima del caso della Physis, Scopoli, l’appena citato Volta e altri due studiosi avevano cercato di far credere alle autorità e all’opinione pubblica che Lazzaro Spallanzani avesse rubato diversi pezzi dal museo. Il celebre accusato era stato riconosciuto innocente ed i quattro “congiurati” severamente ammoniti. La pubblicazione delle Deliciae offrì a Spallanzani un’occasione per vendicarsi di Scopoli. In un libro pubblicato sotto lo pseudonimo di Francesco Lombardini, Spallanzani mise in ridicolo Scopoli e la sua opera e, ovviamente, largo spazio era dedicato all’abbaglio della Physis.

Oltre che gli screzi con i colleghi e la famigerata beffa della Physis, la vita di Scopoli fu dura e sventurata, a causa della prematura morte della moglie e dei figli.
Si spense a Pavia nel 1788, probabilmente per la malattia che da vari anni aveva deteriorato la sua vista per il lungo e continuo uso del microscopio.
Continua...

Test Orto Botanico



Ora che avete letto o ascoltato la storia dell'orto botanico.. mettetevi alla prova! Cimentatevi nel test rispondendo a 6 semplici domande.. buona fortuna! Continua...

Orto Botanico

Se preferisci ascolta il post!

L'orto botanico è uno spazio naturale ricreato artificialmente per rOrto Botanicoaccogliere e catalogare una grande varietà di piante al fine di studi scientifici e istruzione dei visitatori. Spesso appartengono alle università e sono zone adibite allo studio della botanica.

L'orto botanico di Pavia esiste sin dall'inizio del XVI secolo. La collocazione attuale, in via S. Epifanio risale al 1773, nell'ambito del generale rinnovamento dell'Università cittadina voluto dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria.
Nel 1776 si cominciò a lavorare per dotarlo di serre lignee. Oggi tali costruzioni, rifatte in muratura nel 1815 da Luigi Canonica (1764–1844), sono note come "serre scopoliane" in ricordo di Giovanni Antonio Scopoli, il professore che tenne lezioni di botanica e chimica nell'Orto dal 1777 al 1788.
Gli elementi architettonici e botanici coevi alla fondazione dell'Orto sono, oltre a queste serre, una vasca posta nel settore sudorientale e il platano che si trova a nord delle serre stesse. Tale pianta, secoStatua dell'Orto Botanicondo la tradizione, sarebbe stata messa a dimora dallo stesso Scopoli. Oggi, alta 45 metri e con una circonferenza di oltre 7 metri a un metro da terra, risulta inserita nel catalogo degli alberi monumentali d'Italia.

L'estensione attuale è stata raggiunta solo nel 1887, mentre la facciata è stata totalmente rifatta nel secondo dopoguerra.

L'organizzazione attuale dell'Orto deriva dalla sistemazione eseguita tra il 1945 e il 1948 dal direttore Raffaele Ciferri, con statue neoclassiche in pietra di Vicenza poste a segnare i viali e le fontane.
La serra tropicale a clima caldo–umido, nella quale anche oggi sono coltivate piante esotiche come palme, banani, monstere, Ficus, pepe e numerose felci, venne fatta costruire nel 1974 dal direttore Ruggero Tomaselli. Attualmente l'Orto si estende su una superficie di circa due ettari e ospita circa duemila specie, organizzate in collezioni:
il roseto e le azalee a sud, le conifere nel settore sudorientale, le latifoglie e una piccola collezione di ortensie a nord dell'edificio principale, e l'aiuola della pianta del tè. Nelle serre scopoliane sono raccolte collezioni di piante succulente e Cicadacee.


Le collezioni più in dettaglio:

Roseto
É lo spRosetoazio più rinomato della struttura. Orientato a Sud e vicino alla cancellata è una splendida veduta per chi passeggia lungo via Scopoli durante la fioritura. Le rose fioriscono a primavera e in autunno, pertanto in questi periodi si svolgono varie rassegne e manifestazioni che richiamano molte persone. I fiori sono disposti in 3 grandi aree: nelle aiuole marginali sono presenti le rose selvatiche, con specie e ibridi naturali; nelle aiuole centrali vi sono le rose antiche, collocate in modo da evidenziare, ove possibile, i legami con le sezioni precedenti; nelle aiuole localizzate a Sud–Est del giardino sono invece ospitati gli ibridi moderni.
Alcune rose si trovano anche su delle strutture a forma di arco vicino alle serre.

Le azalee
Pur non avendo un particolare valore scientifico, ma evidentemente estetico, le azalee meritano di essere ricordate. La loro fioritura, come quella del roseto è ammirata dai visitatori e immortalata dalle macchine fotografiche.
I settori delle Angiosperme e delle Gimnosperme
Queste piante si estendono dal roseto fino alle Serre di Scopoli. Comprendono principalmente Conifere e latifoglie, anche se la loro crescita è abbastanza irregolare. Vi sono altri cespugli e fiori minori , ma va ricordata soprattutto la pianta di tè, o meglio le piante, che si trovano vicino all'ingresso posteriore dell'edificio. Questa pianta è una delle poche rimaste in Italia ed è l'unica varietà riuscita a resistere a temperature così fredde, tanto che ha una propria varietà di tè: Camelia thea ticinensis.

L'arboretoPlatano
Ospita diverse specie arboree ed arbustive originariamente in prevalenza esotiche, attualmente è arricchito con diverse specie delle foreste dell'Italia boreale. Dell'impianto originario, attribuito allo stesso Scopoli, rimane il monumentale Platanus hybrida chiamato anche Platano di Scopoli.


Le serre, sono divise in
- serre scopoliane con la collezione di piante succulente (esemplari caratterizzati dall'ingrossamento di alcuni dei loro organi fusto, rami, foglie) quali aloe e agavi e la collezione di Cicadacee (piante simili alle palme)
- serra delle piante utilitarie che ospita una serie di piante esotiche da frutto, aromatiche, da legno e ornamentali,
- serra caldo umida che contiene diverse specie esotiche
- serra detta delle orchidee che purtroppo ora si è ridotta ai generi più noti

Vi sono poi piccole collezioni in corso di costruzione o ristrutturazione come, ad esempio, le piante officinali.

Informazioni utili

Indirizzo:


Visualizzazione ingrandita della mappa

Via S. Epifanio, 14 - Pavia
Tel. 0382.984848 - Fax 0382.34240
E-mail:orto.botanico@unipv.it

Informazioni e servizi
Ingresso gratuito

Orari:
lunedì - giovedì: 8.30/12.00;14.30/17.00
venerdì: 8.30/12.00

Prenotazioni e visite guidate:
Telefonare allo 0382.984848

Autobus:
3 e 10

Accesso ai disabili
Museo scientifico Continua...

Facebook

Siamo anche su Facebook!

Per dare visibilità e avvicinare gli utenti al mondo naturale che esiste in Pavia e che purtroppo non sempre viene degnamente considerato, abbiamo deciso di creare un gruppo su Facebook con test simpatici e informazioni sull'orto botanico e sul museo di storia naturale.. In questo spazio potrai proporre eventi e commentare le novità e gli appuntamenti della stagione estiva e rilassarti divertendoti con qualche test stravagante!

Visita il nostro gruppo e la nostra pagina per restare sempre aggiornati sulle ultime novità! Ti aspettiamo! Diventa nostro Fan! Continua...

Lazzaro Spallanzani

Se preferisci ascolta il post!

Lazzaro Spallanzani nacque il 12 gennaio 1729 a Scandiano. Anche se agiata, la famiglia numerosa condizionò la sua precoce scelta per lo stato clericale.
Università di Bologna
Fatti i primi studi a Scandiano, a 15 anni entrò nel Collegio dei gesuiti di Reggio per seguire i corsi di retorica e filosofia e di qui passò a Bologna per studiare diritto e seguire così la carriera paterna. Spallanzani decise però di abbandonare il diritto per la filosofia naturale, spinto a ciò dalla cugina Laura Bassi, docente di Fisica generale all’Università. A Bologna apprese l'uso del microscopio.

Grazie alla fama acquisita con le ricerche condotte tra il 1761 e il 1768, Spallanzani fu chiamato a Pavia dal plenipotenziario della Lombardia austriaca Carlo di Firmian per ricoprire l’insegnamento di Storia Naturale in una delle fasi più intense della riforma dell’Università. Spallanzani si trasferì a Pavia entro il novembre del 1769 e assunse la cattedra e la direzione del Museo dell’Università, di cui fu anche rettore nell’anno 1777-1778.

L'esordio scientifico di Spallanzani furono le Lettere due sopra un viaggio nell'Appennino Reggiano e al lago di Ventasso, che riguardavano il problema dell'origine delle sorgenti.

Dal 1761 Spallanzani si occupò di una delle questioni più dibattute tra i naturalisti di tutta Europa, vale a dire la generazione spontanea, cioè senza uova, degli organismi.
Dopo quattro anni di ricerche, nel Saggio di osservazioni microscopiche concernenti il sistema della generazioni, Spallanzani, grazie alle numerose prove condotte con metodi sperimentali rigorosi e l’uso del microscopio, affermava la natura animale degli "infusori" e l'infondatezza della generazione spontanea.
Con la diffusione del Saggio in tutta Europa, Spallanzani entrò a pieno titolo nella "repubblica" dei naturalisti iniziando la corrispondenza scientifica con Bonnet, che lo indirizzò verso una nuova ricerca sulle capacità di rigenerazione di vari animali.
Lazzaro Spallanzani
Il Prodromo di un'opera da imprimersi sopra le riproduzioni animali edito nel 1768 riportava i risultati di un triennio di esperienze sulla rigenerazione della coda, degli arti o della testa amputata nei lombrichi, girini di anfibi, lumache e salamandre.

Nel 1768 Spallanzani cominciò a interessarsi anche di un altro fondamentale fenomeno vitale, la circolazione sanguigna, su cui pubblicò Dell'azione del cuore nei vasi sanguigni. Nel libro De' fenomeni della circolazione osservata nel giro universale, osservando l'embrione del pollo con l'aiuto della macchinetta di Lyonet, uno speciale microscopio solare a braccio snodabile, Spallanzani scopriva l'esistenza dei capillari, forniva descrizioni degli eritrociti ed osservava per la prima volta i globuli bianchi.

Proseguendo e approfondendo gli studi sulla generazione con le ricerche sui rotiferi e sui "vermicelli spermatici", Spallanzani giungeva a dimostrare, negli Opuscoli di fisica animale e vegetabile del 1776, la natura animale degli spermatozoi e soprattutto scopriva l'influenza della temperatura sulla loro vitalità e mobilità.

Tra il 1777 e il 1780 Spallanzani si indirizzò decisamente al problema della riproduzione. Otterrà la prima "fecondazione artificiale" della storia usando uova di rana e di rospo e ripete con successo l’esperimento su una cagnetta. Individuato il potere fecondante nel liquido seminale, Spallanzani non riuscì però a capire la vera funzione degli spermatozoi, che considerò semplici parassiti dello sperma.

Oltre agli studi sulla riproduzione lo scienziato portava avanti ricerche sulla digestione. Gli studi portarono Spallanzani alla conclusione che essa avviene per l'azione di un liquido secreto dallo stomaco che egli stesso chiamò succo gastrico. Infine, Spallanzani affrontò negli ultimi anni della sua vita il tema della respirazione in tutte le classi di animali, dall'uomo sino agli zoofiti e alle piante.

Lo scienziato morì nella notte tra l'11 e il 12 febbraio 1799 nella sua abitazione di Via S. Martino a Pavia per un tumore alla vescica.
Piazzetta delle Rose
Il carattere ombroso ed egocentrico di Spallanzani, oltre a procurargli nemici nell'ambiente pavese, gli fece interrompere o incrinare rapporti e amicizie importanti.

La città di Pavia gli dedicò una via che collega l'Università alla Piazzetta delle Rose, luogo certamente caro al grande maestro.
Continua...

Test Museo di Storia Naturale



Ed ora prova a verificare quanto conosci il museo di storia naturale, rispondi alle domande del quiz e facci sapere il tuo punteggio!

Buon divertimento! Continua...

Museo di Storia Naturale

Se preferisci ascolta il post!
Il Museo di Scienze Naturali di Pavia fu fondato nel 1771 da Lazzaro Spallanzani abate e naturalista che per trent'anni profuse il suo talento di docente e ricercatore presso l'Università di Pavia. Le prime raccolte, inviate da Vienna a Pavia per espressa volontà dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, trovarono una provvisoria sistemazione presso il Collegio Ghislieri. Successivamente, il Museo, che contava già una sezione di Zoologia e una di Mineralogia, fu trasferito nel 1775 in alcune sale del Palazzo dell'Università dove i reperti vennero ordinati secondo la classificazione linneana. Nel 1780 il museo contava oltre 20.000 esemplari giunti a Pavia da ogni dove e destinati ad aumentare per l'incessante ricerca di materiale a scopo didattico.
Dal 1852 al 1874, sotto la direzione del milanese Giuseppe Balsamo Crivelli il Museo attraversò un periodo di grande splendore grazie alle donazioni e agli acquisti di nuovi esemplari, tra cui uccelli, rettili, insetti e grandi mammiferi, tra cui una giraffa e un formichiere gigante.

Nel 1875 la suddivisione della cattedra di storia naturale nei suoi insegnamenti ebbe come diretta conseguenza la suddivisione del Museo, le cui sezioni divennero altrettanti musei abbinati agli istituti omonimi. Intorno al 1960 le collezioni furono trasferite negli ampi spazi del Castello Visconteo allo scopo di allestire in quella sede un museo aperto al pubblico, ma mai realizzato. Purtroppo i propositi, pur ufficializzati in ripetute convenzioni tra l'Università e gli Enti locali, rimasero solo buone intenzioni e le collezioni subirono gravi deterioramenti.
L'istituzione nel 1989 del Centro Interdipartimentale di Servizi "Musei Universitari" (CISMU), appositamente creato per la tutela dell'antico Museo, ha riacceso le speranze di un recupero quasi integrale delle collezioni. Operativo fin dal 1994, il Centro sta riordinando il materiale museale seguendo i criteri del restauro conservativo dei reperti e della loro catalogazione, nell'intento di consentire una migliore fruibilità agli studiosi e agli studenti, e promuovere la loro diffusione presso il pubblico. Fino ad oggi, sono state restaurate alcune migliaia di pezzi, molti dei quali oggetto di mostre tematiche temporanee allestite presso la Biblioteca Universitaria di Pavia. Con il sostegno economico degli Enti pubblici e privati sono state realizzate: "Immagini dell'Ornitologia nell'800 a Pavia" nel 1996, "Pesci di ieri e di oggi" nel 1997 e "Artigli e zanne: grandi e piccoli predatori" nel 1998. L'obiettivo vero resta, tuttavia, l'allestimento di un Museo di Storia Naturale in una sede adeguata, che consenta la fruizione pubblica delle collezioni in modo permanente. Un primo sintomo di disponibilità alla valorizzazione delle collezioni naturalistiche è emerso nel 1997 in occasione dell'allestimento permanente, per concessione dell'Amministrazione Comunale, di un piccolo nucleo di reperti nell'atrio della Sala Rivellino del Castello Visconteo.
TursiopeIn attesa della sede definitiva per l’allestimento degli oltre 500.000 reperti, sono attualmente fruibili le collezioni zoologiche di vertebrati, comprensive di alcuni degli esemplari di epoca spallanzaniana che ancora si conservano: un tursiope del 1781, un ippopotamo del 1783, un coccodrillo donato nel 1782, uno squalo acquistato nel 1790, un giovane orangutan arrivato nel 1786 e una mandibola di balena di Groenlandia, giunta da Vienna nel 1793.

Il museo, oggi, è diviso in 3 zone della città e in 3 sezioni:
- Nel Castello visconteo si trova la sezione di Paleontologia
- In Piazza Botta si trova la sezione di Anatomia comparata
- In Via Guffanti si trova la sezione di Zoologia

La sezione di Zoologia è composta da oltre 500.000 reperti, suddivisi in due principali collezioni zoologiche: vertebrati e invertebrati.

I vertebrati sono circa 10000 esemplari. Tra i preparati di epoca spallanzaniana che ancora si conservano, sono rilevanti: un tursiope acquisito da Spallanzani nel 1781 durante il viaggio a Marsiglia, un ippopotamo giunto da Mantova nel 1783 e oggetto di una lunga contesa conclusasi con l’invio a Mantova di una serie di duplicati di minerali in cambio, un coccodrillo del Nilo, donato dal conte Giacomo Sannazari nel 1782, uno squalo acquistato nel 1790, la collezione del medico olandese van Hoey, ricca di pesci e rettili, ma comprensiva anche di un giovane orang-utang, arrivata nel 1786 e una mandibola di balena di Groenlandia, giunta da Vienna nel 1793. Esemplare di CelacantideTra le cospicue raccolte pervenute in museo dall’inizio del XIX secolo ci sono rappresentanti di tutti gli ordini delle varie classi, conservati sia a secco, sia in liquido. Nella rassegna di pesci marini e d’acqua dolce, meritano particolare considerazione la collezione di pesci dipnoi acquisita da Pavesi e un raro esemplare di celacantide Latimeria chalumnae, donata al museo in anni più recenti. Tra i carnivori è notevole una coppia di giovani leoni di Barberia (Panthera leo leo) acquistati a Parigi nel 1812 e preparati in sede dal celebre naturalista e embriologo Mauro Rusconi. Vi è inoltre una vasta collezione ornitologica.

Gli esemplari di invertebrati ammontano a circa 100.000 unità. Tra le collezioni più antiche ci sono i coralli su ossidiana raccolti da Spallanzani al Castello di Lipari, durante il famoso viaggio al regno delle due Sicilie nel 1788. Di notevole pregio sono:
la collezione di vermi viscerali (o parassiti intestinali) del Pastore Giovanni Augusto Goeze acquistata da Giuseppe II nel 1787;
la collezione di circa 20.000 conchiglie terrestri e d’acqua dolce raccolte da Arturo Issel e acquistate da Pavesi nel 1894;
la raccolta di spugne radunata, studiata e donata al Museo da Balsamo Crivelli.

Informazioni utili

Indirizzo:


Visualizzazione ingrandita della mappa

Via Guffanti, 13 - Pavia
Tel. 0382.986308 - Fax 0382.986290
E-mail:centro.museo@unipv.it

Informazioni e servizi
Ingresso gratuito

Orari:
Apertura a richiesta

Prenotazioni e visite guidate:
Prenotazioni e visite guidate: tel. 0382.986308, per un massimo di 20 persone

Autobus:
4

Biblioteca
Accesso ai disabili
Museo naturalistico, storico scientifico Continua...

Benvenuti nel blog di ramificando! =)


Questo progetto nasce grazie al corso di comunicazione digitale e multimediale B tenuto dalla professoressa Falomo nella facoltà di Comunicazione Interculturale e Multimediale dell’università di Pavia. L’intento è quello di unire il web 2.0 al sistema museale pavese e più precisamente l’orto botanico e il museo di storia naturale.
Abbiamo così deciso di aprire un blog che supportasse molte funzioni. Dopo aver scritto post didattici e multimediali abbiamo aggiunto fotografie tramite Flickr video con YouTube, giochi con Pic to game, sondaggi con polldaddy.com, quiz metà tra il divertimento e la didattica con mystudio.com, aperto un gruppo su Facebook con quiz più leggeri a scopo pubblicitario/promozionale e un account su myspace per conoscere e confrontarci con altre realtà museali e interessate all’argomento.
Cerchiamo di far conoscere la realtà museale pavese con gli strumenti di noi giovani per far capire l’importanza e la necessità di queste strutture cercando di far avvicinare anche i più restii..giocare e conoscere..
Il nome ramificando è nato usando un’applicazione scoperta a lezione Cmap tools, vi postiamo l’immagine! Benvenuti e buon divertimento!

Alessia Milla, Pamela Calufetti, Valentina Messere Continua...